I militari del Nucleo Operativo e Radiomobile di Livorno hanno concluso una complessa attività d’indagine che ha portato alla confisca di 77 autovetture e alla denuncia di due imprenditori labronici operanti nel campo della compravendita di veicoli usati per truffa ai danni dello stato e false attestazioni a pubblico ufficiale.
L’attenta analisi dei controlli del territorio ha permesso di appurare che numerosi soggetti noti alle forze dell’ordine poiché gravati da precedenti penali per reati contro il patrimonio e la persona, erano stati fermati, nel corso delle costanti attività di controllo del territorio, a bordo di autovetture intestate all’attività di compravendita.
Gli investigatori, dopo una serie di accertamenti, soprattutto incrociando le varie banche dati con gli elementi risultanti alla Motorizzazione Civile, al fine di accertare le motivazioni per le quali la ditta risultasse intestataria delle auto che risultavano in circolazione, hanno scoperto che 77 autoveicoli risultavano in realtà in uso a soggetti terzi non nuovi alla commissione di reati.
I Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno cosi delineato uno schema in cui i proprietari della ditta, al fine di evadere le tasse, rivendevano, senza effettuare i dovuti passaggi di proprietà e senza formalizzare i relativi adempimenti, i veicoli a soggetti privati i quali, grazie al fatto che l’auto non risultava intestata a loro, potevano liberamente utilizzarle per eludere i controlli di polizia e evitare il pagamento di sanzioni per violazioni al codice della strada.
La truffa per l’erario ammonterebbe a circa euro 40.000 in quanto è stato accertato che dal 2016 al 2024 per le 77 autovetture non sono stati versati i bolli auto annuali, le imposte di trascrizione al PRA né le altre tasse previste in caso di passaggio di proprietà.
L’attività d’indagine ha anche consentito di segnalare la ditta agli uffici della Motorizzazione competente al fine di radiare, ai sensi dell’art. 94 del codice della strada, le 77 autovetture e contestualmente confiscarle. Inoltre i due proprietari, con provvedimento ad hoc denominato “blocco anagrafico”, non potranno più svolgere attività d’impresa in questo specifico settore in quanto non potranno più stipulare contratti di compravendita di auto.
Oltre al reato di truffa ai danni dello stato, i due imprenditori sono stati deferiti per il reato di false attestazioni a pubblico ufficiale in quanto la attività fittizia di compravendita di auto non permetteva alle agenzie di pratiche auto di svolgere gli accertamenti previsti dalla normativa di settore. Infine, non avendo adempiuto alle incombenze previste dal citato art. 94 del CDS, sono stati sanzionati per un importo complessivo di euro 55.000.